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Ponte Ibak a Casteldelfino

(con gli ingegneri Ivano Riberi, Davide Michelis e Anna Baravalle).

A seguito degli eventi alluvionali di fine maggio 2008 il ponte denominato “IBAK” in località Cauliere in Comune di Casteldelfino (CN), a m 1260 circa s.l.m., subiva un crollo rovinoso che rendeva impossibile ogni ipotesi di riparazione e si rendeva necessario realizzare nello stesso sito un nuovo ponte stradale di 1^categoria, di oltre 20 metri di luce, a doppio senso di marcia, ultimato nel 2012.   

Da un punto di vista ambientale sono apparsi evidenti alcuni aspetti progettuali vincolanti, quali il mantenimento delle condizioni planoaltimetriche circostanti, il miglioramento della sezione utile dell’alveo, la necessità di realizzare il viadotto in una sola campata per ragioni di sicurezza, il rispetto delle relazioni cromatiche già presenti nell’area di intervento.  

Le considerazioni preliminari riassunte nelle figure 1-6 hanno condotto a scegliere una tipologia a travi laterali a parete piena in acciaio cor-ten.  
 

Il ricorso all’acciaio cort-ten, caratterizzato dalla colorazione naturale rosso-bruna dell’ossidazione superficiale, ha permesso una migliore integrazione nell’ambiente naturale del bosco di latifoglie nel quale l’infrastruttura è collocata e l’abbattimento dei costi di manutenzione.  

Le travi sono state realizzate in tre parti da montare in opera, considerata l’impossibilità di raggiungere il sito con singoli elementi strutturali di oltre venti metri di lunghezza e il necessario contenimento dei costi.  

L’adozione di travi cosciali ha permesso di limitare l’ingombro del viadotto, di non limitare la sezione utile dell’alveo, di evitare artificiosi riporti di terreno e di eliminare il parapetto laterale.  

Il maggiore impatto visivo della parete piena in acciaio è stato compensato dall’eliminazione del guard-rail zincato, obbligatorio sulla base delle vigenti normative ma di difficile integrazione ambientale.

Sull’ala superiore è stato fissato un mancorrente costituito da un travicello in legno di larice che smorza l’eccessiva rudezza della carpenteria metallica.